la mia pagina e piena di lettori ma non commentano mettono mi piace ecc.....
quindi ho deciso che forse chiudo questo blog
pero molto probabilmente creerò una pagina web
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ci pensero verso settembre e ve lo faro sapere
in tanto
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ciao a tutti da riccardo
Per gli anelli di campione ci vuole ancora qualche giorno di pazienza. Ma nel frattempo l’NBA ha assegnato un altro riconoscimento di grande valore. Anzi, dal valore doppio, considerato che è una novità assoluta. Si tratta del premio “Compagno di squadra dell’anno”, dedicato alla memoria diJack Twyman e Maurice Stokes, e assegato a Chauncey Billups dei Los Angeles Clippers.
Un riconoscimento assegnato a giocatori simbolo di sportiva e altruismo. Caratteristiche incarnate perfettamente dai due uomini che hanno ispirato questo premio, compagni di squadra negli alloraCincinnati Royals (gli antenati dei Sacramento Kings) e accomunati da una tragedia accaduta nel 1958. Dopo un incidente di gioco, Stokes subì una grave lesione celebrale che lo costrinse alla paralisi e fu proprio l’amico Twyman a occuparsi di lui. Diventandone il tutore legale, contribuendo alle spese mediche e poi organizzando vari eventi nell’NBA per raccogliere fondi. Un impegno preseguito anche dopo la morte dell’amico, nel 1970, tanto da convincere la Lega a farlo entrare nella Hall of Fame.
L’anno scorso, dopo la scomparsa anche di Twyman, David Stern ha deciso l’istituzione di questo nuovo premio. Che, come detto prima, è stato assegnato a Billups. La guardia dei Clippers, 36 anni di età e 16 di carriera, è stato votato dai suoi stessi colleghi che, l’hanno preferito a una schiera di “rivali” di prim’ordine: Jerry Stackhouse (Brooklyn Nets), Luke Walton (Cleveland Cavaliers), Andre Iguodala(Denver Nuggets), Jarrett Jack (Golden State Warriors), Roy Hibbert (Indiana Pacers), Shane Battier (Miami Heat), Roger Mason (New Orleans Hornets), Jason Kidd (New York Knicks), Serge Ibaka (Oklahoma City Thunder), Manu Ginobili (San Antonio Spurs) e Emeka Okafor (Washington Wizards).
Billups non è nuovo a premi di questa natura. Nel 2009, quando era ai Denver Nuggets, ha vinto l’NBA Sportmanship Award “Joe Dumars” per la sportività e la lealtà dimostrata sul campo. Un premio, questo ottenuto ora, che rappresenta una consolazione per lui, reduce da un brutto infortunio al tendine d’Achille che l’ha tenuto fuori per tutta l’ultima stagione e per gran parte di quella precedente.
Ma ora il peggio sembra essere passato e l’ex Pistons (a Detroit ha vinto il suo unico titolo NBA nel 2004) è tutt’altro che disposto a chiudere la sua lunga carriera. Anzi, grazie al suo ruolo di free-agent sembra pronto a lanciarsi in una nuova avventura. Niente meno che agli Heat, come ha a confessato durante la premiazione avvenuta proprio a Miami prima della Gara 2 della finale.